Il cicloturismo è passione, sostenibilità ma soprattutto divertimento. Sono lontani i tempi del turista che decideva di viaggiare in bici per risparmiare denaro o per scelta filosofica. Sempre più spesso e sempre più diffusamente, si assiste al cicloturismo come forma di vacanza praticata da ciclisti che scelgono una vacanza in bici semplicemente perché stanno bene solo se pedalano. Nasce così il cicloturismo d’avventura, nuova frontiera dei viaggi in bici!
Il turista che decide di utilizzare la bicicletta per una escursione o un viaggio in bici, solitamente lo fa solo occasionalmente e in via del tutto eccezionale. In alcuni casi la scelta è temporanea come nelle escursioni in bici o tour guidati di un paio d’ore in ambito urbano. In altri casi la scelta del mezzo di trasporto ricade sulla bici per pura curiosità o perché si è “stati trascinati” da qualcun altro nella vacanza in bici. In entrambe i casi è più corretto parlare di “turista in bici” piuttosto che di cicloturistaa, lo status primario infatti è quello di turista, la bici è solo un mezzo di trasporto accessorio alla vacanza. Nel caso del cicloturista, invece, lo status primario è quello di ciclista e solo secondariamente di turista. Molto spesso, infatti, la destinazione è poco importante se non addirittura irrilevante: l’importante è che si pedali. Ovviamente il cicloturista predilige ambienti puliti e lontani dal traffico, ma raramente è alla ricerca di piste ciclabili in senso stretto, preferisce le ciclovie su percorso misto.
Sono ormai pochi i cicloturisti che scelgono di viaggiare perché si preoccupano della sostenibilità ambientale del loro mezzo di trasporto. Nella maggior parte dei casi, infatti, i cicloturisti raggiungono il punto di partenza della loro avventura in aereo o auto, mezzi di trasporto che non brillano per sostenibilità. Un cicloturista che scelga una destinazione lontana dal luogo di residenza per la propria vacanza in bici, solitamente vola per migliaia chilometri solo per percorrere qualche centinaio di chilometri in bici. L’oggetto del desiderio, in questo caso, è l’avventura, non certo la sostenibilità: possiamo dunque esprimerci in termini di cicloturismo d’avventura piuttosto che di cicloturismo come forma di turismo necessariamente sostenibile
Se la priorità del moderno cicloturista non è più la sostenibilità, la scelta di questo mezzo di trasporto potrebbe essere influenzata dalla leva del prezzo? Può darsi ma analizziamo la situazione: un cicloturista low-cost non spende meno di 50/75 euro al giorno fra alloggio (anche in strutture extra-alberghiere), cibo, manutenzione della bici, snack e altri extra, senza contare ovviamente l’investimento iniziale in bicicletta, abbigliamento tecnico e accessori. Il più delle volte, inoltre, chi decide di viaggiare in bici, spesso possiede una bici di alta qualità o ne affitta una nella destinazione. Tutte queste riflessioni insieme, escludono l’ipotesi che il moderno cicloturista abbia come priorità quella del risparmio.
Abbiamo, dunque, chiarito alcuni concetti chiave che possiamo così riassumere:
Il cicloturista non è un turista in bicicletta ma un ciclista in vacanza, infatti non è disposto a rinunciare a pedalare durante le proprie ferie. Il cicloturista, dunque, è innanzitutto un ciclista.
La sostenibilità ambientale del suo viaggio non è la sua priorità. Sicuramente è sensibile alle tematiche ambientali e ha a cuore la natura ma ha anche tanta voglia di divertirsi ed esplorare posti nuovi.
La vacanza low-cost non è la priorità di un cicloturista. Come tutti i turisti non ama sforare il proprio budget ma è un turista maturo che sa cosa significhi investire bene in una vacanza indimenticabile.
Bene! Ottimo! Ma non sappiamo ancora perché il cicloturista sia disposto a spendere una vagonata di soldi per l’acquisto di una buona bici, di accessori al top, per raggiungere una destinazione e poi, invece di bere daiquiri disteso su un lettino a bordo piscina, decida di consumarsi le chiappe a pedalare per centinaia di chilometri sotto il sole cocente in Sicilia o sotto la pioggia battente in Islanda per praticare il cicloturismo d’avventura.
Probabilmente la risposta al quesito “perché i cicloturisti si ammazzano di chilometri in posti esotici quando potrebbero farlo spendendo molto meno a due passi da casa?” è più semplice di ciò che pensiamo: il cicloturista è un condivisore seriale di contenuti fotografici e tracce degli itinerari percorsi, una volta esauriti i percorsi intorno al proprio luogo di domicilio cerca nuovi luoghi e nuovi panorami per stupire i ciclisti dei propri gruppi o clubs con nuove foto e tracce GPX in luoghi sempre più esotici. Non si tratta di conquistare l’ennesimo KOM, semplicemente è voglia di esplorare il mondo sulle due ruote urlando con orgoglio “io sono un ciclista e non smetto di esserlo quando vado in vacanza. Che vi piaccia o no!”